Refrigera Industriale è una azienda manifatturiera con sede produttiva a Pordenone,
che opera nel campo della Refrigerazione e della Climatizzazione.
Roberto Sabatino:
«Il design accurato e la sperimentazione misurata in centinaia di migliaia di cicli hanno permesso alle valvole con marchio Refrigera® di raggiungere importanti risultati in termini di efficienza energetica e di affidabilità»
L’azienda progetta, costruisce e distribuisce valvole e componenti con il marchio Refrigera®, destinati ad essere impiegati su impianti di refrigerazione e climatizzazione funzionanti con fluidi refrigeranti naturali e con gas sintetici a bassissimo impatto ambientale. Sono dunque le valvole il “pezzo forte” della azienda, un componente che «per molti versi potrebbe essere considerato una commodity – afferma Roberto Sabatino, direttore di Refrigera Industriale – ma le valvole di Refrigera sono pezzi unici».
IL VALORE DELL’AFFIDABILITÀ
Per raggiungere un obiettivo, bisogna conoscerlo. In Refrigera Industriale l’obiettivo è quello di progettare valvole ad elevate prestazioni, aventi la capacità di rispettare le specifiche tecniche di funzionamento nel tempo. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato il frutto di un complesso gioco di squadra che ha messo in risalto le competenze ingegneristiche dei progettisti e l’innovazione tecnologica dei reparti di produzione. Ogni singola valvola prodotta in Refrigera Industriale nasce da materiali innovativi, selezionati in base alle prestazioni tecniche e sottostà a rigorosi controlli di qualità lungo l’intero ciclo di trasformazione. «Abbiamo stretto collaborazioni con importanti produttori di polimeri e con essi abbiamo studiato e scelto i materiali più idonei allo scopo, per cui ogni valvola, a seconda del refrigerante per cui è idonea, è costruita con i migliori polimeri disponibili, ovvero quelli in grado di assicurare la perfetta compatibilità chimica con i gas frigorigeni e una estesa vita utile della valvola. Inoltre, abbiamo puntato su un design accurato e su una sperimentazione misurata in centinaia di migliaia di cicli, fattori che hanno permesso alle valvole con marchio Refrigera® di raggiungere importanti risultati in termini di efficienza energetica e di affidabilità».
INNOVARE PER STARE AL PASSO CON I TEMPI
«Personalmente ritengo che il Regolamento F-gas abbia rappresentato un punto di svolta nel settore della refrigerazione e della climatizzazione a livello europeo. Questo punto di svolta è coinciso con l’anno 2015, anno di prima applicazione del Regolamento europeo. Per la prima volta si è avuta visibilità sulla progressi- va eliminazione dei gas refrigeranti con elevato GWP. Questo schema è entrato nei processi decisionali degli utilizzatori finali e dei costruttori di impianti per la refrigerazione. Ciò in considerazione del fatto che essendo il ciclo di vita di un impianto superiore ai 10 anni, l’eliminazione di alcuni gas refrigeranti avrebbe inciso fortemente sulla disponibilità futura di alcuni gas e, conseguentemente, sui costi di esercizio degli stessi impianti. Quindi, nel momento in cui si progettava un impianto, si teneva conto dei gas che sarebbero stati disponibili nel corso della vita utile dell’impianto. In conseguenza di questi fenomeni, la domanda di mercato ha subito un profondo cambiamento, orientandosi in modo crescente verso la refrigerazione naturale e in modo predominante verso la CO2, aumentando l’impiego di refrigeranti di sintesi con basso GWP e, soprattutto, privilegiando sistemi ad elevata efficienza energetica. A questa evoluzione, Refrigera Industriale ha risposto con una intensa e continua attività di innovazione di prodotto, arrivando a sviluppare una gamma completa di valvole in acciaio per applicazioni a CO2 in ciclo transcritico, con elevate prestazioni in termini di efficienza energetica, espresse da elevati Kv (coefficiente di flusso) e da ridotte coppie di rotazione nel caso delle valvole a sfera».
IL PLUS VALORE DELLE VALVOLE DI REFRIGERA INDUSTRIALE
• Disponibili per tutti i refrigeranti e per tutte le applicazioni
• In tutto made in Italy
• Perfetta compatibilità tra materiale e funzione
• Ottimizzazione delle forme in funzione del flusso
Nel 2020 è stato avviato il nuovo stabilimento di produzione di Refrigera Industriale a Pordenone, un sito che è un esempio di transizione verso gli standard di Industria 4.0.
REFRIGERANTI NATURALI? UNA SCELTA STRATEGICA
«L’obiettivo del piano di investimenti in Ricerca & Sviluppo e la composizione delle vendite della nostra azienda riflettono compiutamente quella che è la visione di Refrigera Industriale in relazione alla sostenibilità ambientale di lungo periodo dei gas refrigeranti. Nel momento in cui in azienda ci siamo resi conto che il valore del GWP non esprimeva correttamente la sostenibilità ambientale di lungo periodo dei gas refrigeranti, abbiamo concentrato le nostre risorse sulla refrigerazione naturale. Questa nostra convinzione che i refrigeranti naturali fossero gli unici ad assicurare la sostenibilità ambientale nel lungo periodo è stata rafforzata dal fatto che lo scorso 15 luglio, cinque Paesi tra cui l’Olanda, la Germania, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca hanno presentato un documento comune all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) per limitare l’uso di 4.700 sostanze chimiche (PFAS), inclusi alcuni refrigeranti HFC e HFO, che sono note per avere molecole altamente persistenti nell’ambiente, che contaminano le acque superficiali e il suolo con gravi conseguenze sulla salute umana. Oggi Refrigera Industriale produce valvole per tutti i refrigeranti naturali, avendo progettato valvole idonee per l’ammoniaca, per gli idrocarburi e per gli impianti funzionanti con la CO2 come fluido refrigerante. Aver investito nella refrigerazione naturale ha avuto anche una motivazione strategica, in quanto i refrigeranti naturali possono coprire tutte le applicazioni che oggi impiegano HFC e addirittura andare oltre, perché nessun refrigerante sintetico può coprire un intervallo di temperatura così ampio come i refrigeranti naturali possono fare, raggiungendo temperature molto alte e temperature molto basse». REFRIGERA 4.0 Nel 2020 è stato avviato il nuovo stabilimento di produzione di Refrigera Industriale a Pordenone. Il nuovo sito industriale è un esempio di transizione verso gli standard di Industria 4.0, con nuovi impianti di produzione robotizzati e automatizzati, nuove tecnologie di produzione e sistemi interconnessi che hanno consentito di controllare i processi di produzione, disporre di dati in tempo reale e migliorare le condizioni di lavoro. Nel nuovo stabilimento, che ha una superficie di 5.000 mq, è stato realizzato un laboratorio per lo sviluppo e la sperimentazione dei nuovi prodotti ed è stato istituito un nuovo sistema di Controllo della Qualità dotato di strumentazione all’avanguardia.
MATERIE PRIME E COMPONENTI BASE: PUNTO DEBOLE DELL’INDUSTRIA EUROPEA
A partire dal secondo semestre del 2020 abbiamo registrato significativi e continui aumenti dei prezzi delle materie prime. Sull’ottone abbiamo registrato aumenti che hanno superato il 60% e su alcuni tipi di frutto anche di comportamenti speculativi, dovuti alla scarsa disponibilità fisica dei materiali. Come molti altri costruttori, siamo stati costretti a rivedere la programmazione degli approvvigionamenti e a variare i parametri di pianificazione e, malgrado siamo riusciti a garantire la continuità della produzione e delle forniture, abbiamo consuntivato aumenti di costo a doppia cifra. Quello delle materie prime e dei componenti è indubbiamente un punto debole della industria europea. Afferma Sabatino: «L’Unione Europea deve cambiare politica e aprire la strada ad aiuti pubblici a sostegno dei comparti strategici. Non è sostenibile per molti settori industriali europei dover dipendere massicciamente da acquisti di materie prime e di componenti dai paesi asiatici, come sta accadendo per i semiconduttori e le batterie elettriche. L’Europa non può affrontare la transizione energetica dovendo dipendere per oltre la metà del fabbisogno di materiali da importazioni da Cina e Sud-Est asiatico. Occorre realizzare investimenti in Europa e creare alleanze con paesi dell’Indo-Pacifico per costruire un futuro di prosperità e di sicurezza, in concorrenza con la strategia cinese di investimenti guidati dallo Stato».
AZIONE E CONTRASTO
AGIRE PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON RIGUARDA SOLO I DECISORI POLITICI, CIASCUNO È CHIAMATO A DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO
Il 9 agosto 2021, in piena estate, il Gruppo Intergovernativo di esperti scientifici sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme: il riscaldamento globale ha danneggiato e aggravato la situazione degli ecosistemi in tutto il mondo, facendo aumentare la frequenza e l’intensità di diversi fenomeni meteorologici disastrosi. Il rapporto sottolinea che un ulteriore aumento delle temperature è inevitabile, in quanto gli effetti delle attività umane sulla temperatura del pianeta sono visibili solo dopo molti decenni. Ma l’informazione più importante contenuta nel Rapporto è che il riscaldamento globale procede molto velocemente e che la temperatura media del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09 gradi centigradi superiore a quella del periodo 1850-1900. Il rischio per il nostro pianeta è quello di superare il livello di global warming di 1,5 gradi centigradi nei prossimi decenni e di andare incontro a eventi catastrofici.
• LE PRINCIPALI CONCLUSIONI DELL’INTERGOVERNMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE:
• L’evidenza scientifica dimostra che l’anidride carbonica (CO2) è il principale motore dei cambiamenti climatici e che altri gas serra e inquinanti atmosferici contribuiscono a influenzare il clima;
• La parte preponderante del riscaldamento climatico è causata dalle emissioni di gas serra derivate dalle attività umane;
• Occorre l’azione di leader politici che sappiano valutare e decidere, perché esiste ancora la possibilità, attraverso forti e costanti riduzioni di emissioni di CO2 e di altri gas serra, di determinare il corso futuro del clima.
• GLI SCENARI POSSIBILI
Gli esperti descrivono 2 tipi di scenari, in funzione dell’efficacia delle politiche adottate dai leaders mondiali:
• Bassi livelli di CO2 – riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra. Lo scenario con le emissioni di CO2 più basse implica una diminuzione delle emissioni globali dal 2020 e il raggiungimento di emissioni nette di CO2 pari a zero a partire dal 2050. In questo scenario, il riscaldamento globale durante il 21° secolo è estremamente probabile che possa rimanere al di sotto dei 2 gradi.
• Alti livelli DI CO2 – mancata riduzione delle emissioni di CO2. Questo scenario prevede che i livelli di riscaldamento globale di 1,5 e 2 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali verrebbero superati entro la fine del 21° secolo. Nello scenario con elevate emissioni di CO2, la capacità di assorbimento del carbonio da parte degli oceani e degli ecosistemi terrestri diventerebbe meno efficace nel rallentare il tasso di crescita della CO2 atmosferica. Serve lo sforzo immediato e solidale da parte di tutti i Paesi del mondo per preservare il Capitale Naturale della Terra, con la consapevolezza che i cambiamenti climatici hanno un sensibile impatto sul sistema sociale ed economico, sia a livello locale, che a livello globale.